domenica 20 marzo 2011

......Omelette di guerra.......il seguito.......

Nana seguì alla lettera i suggerimenti,gli ordini,della signora,anche se molti dubbi minavano la sua sicurezza,molte le domande che si poneva:-Saranno fresche le mie uova.sarà semolato lo zucchero?Quanto sarà il latte che basta?Perchè devo spolverare le omelette?-Rifletteva Nana soprattutto su una domanda che le girava nella mente:-Cosa diranno mamma e nonna se uso tutte le scorte fatte per il Natale,di quelle cose che loro,definiscono preziose?-Ma non smetteva di agire e chissà dove  se ne erano andate quelle due!Prima di incominciare si girò in cerca di uno sguardo di incoraggiamento da parte di Miceno e si avvide che le fiammelle,più piccole ora,facevano ancora capolino dallo sportello della stufa e decisa,nella sua nuova consapevolezza,tirò la lunga manopola di ceramica,spalancando la porticina.Le braci rosse sfrigolavano e Nana prese da sotto la tenda,due grandi pezzi di legno,pesanti,e li introdusse in quel piccolo inferno.Richiuso lo sportello,incominciò.....
Dividere il tuorlo dagli albumi non fu facile e la signora non parlava di uova di scorta.La bimba sorrise con gioia:poteva usare il mestolo con i buchetti,non era inutile l'utensile!Con molta fierezza ripescò i tuorli caduti negli albumi,fiera di non aver sprecato le uova:fuori, lontano da lì,c'era la guerra e bambini morivano di fame!
Nana contò bene le cucchiaiate di zucchero e seduta per terra,incominciò a sbattere "il composto",come lo chiamava la signora.In breve il braccio incominciò a farle male e dovette fermarsi spesso ma,di leccatina in leccatina,non sentì più i granellini di zucchero.La farina,ora.Le sarebbe piaciuto passarla al setaccio "scuotendolo con grazia"ma rinunciò perchè,quello era appeso sopra la cappa.Il libro recitava:-18 cucchiaiate-però non parlava dei grumi.La frustina risolse il problema.Aggiunse il pizzico di sale,la bustina di lievito "sparso a pioggia",grattò la buccia di limone e il "poco meno che liquido"era pronto.Quasi.Mancava la neve,gli albumi "fermamente sbattuti".Con il braccio indolenzito e il fiato corto,la bimba stava per rinunciare a quell'impresa che le sembrava impossibile,poi ad un tratto magicamente,ecco la neve,bianchissima,fermissima."Con garbo"mescolando piano,2Con movimento delicato",anche gli albumi così trasformati raggiunsero il composto che diventò come voleva la signora,soffice e "d'aspetto spugnoso"!
Eccitata e felice,Nana mise una nocciolina di burro nella padella e tolti con il lungo gancio,due cerchietti di ghisa,si preparò al lavoro più impegnativo.Quando il burro fu sciolto,il mestolino di composto disegnò nella padella una strana forma e Nana si affrettò a dondolare dolcemente il lungo manico di ferro ed eccola lì,l'omelette,rotonda,spugnosetta e profumata.Girarla,col movimento secco che aveva visto fare alla nonna,fu facilissimo e la sottile spatola si trasformò nella bacchetta magica della Fata Turchina.
Canterellando e ridendo,una noce di burro dopo l'altra,mestolino dopo mestolino,il piatto si riempiva,una torre dorata di omelette e il buon profumo aveva invaso la grande cucina.La terrina era vuota!Nana,dopo aver rimesso a posto i cerchi di ghisa,portò tutto ciò che aveva usato nell'acquaio e poi con un largo coltello incominciò a spalmare una per una le omelette con la marmellata "a piacere",poi le arrotolò e come suggerito dalla signora,le "accomodò"sul piatto da 
portata.In breve il bel piatto con i disegni bianchi e blu,fu pieno di omelette,vicine,vicine.Ed infine lo zucchero a velo:con il colino del tè,"con garbo"Nana spolverò (ecco cos'era!)il suo capolavoro.Felice e orgogliosa,si fece una promessa:-La prossima volta,lo strudel!!!!-

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