domenica 10 luglio 2011

L'osteria

Come una ballerina sul palco,la carta scivola leggiadra ignara dell'azzardo,
umile azzardo di un litro di vino.
La mano nodosa la ferma.Il palco,di formica verde,sta portandola via.
Ridono i quattro e le bocche fanno a gara nel contarsi i denti mancanti.
Un nove,un fante,una dama,un re porta via tutto.
Quattro bicchieri vuoti,uno per angolo,tracciano il perimetro del palco,
del campo da gioco,verde,di formica.
Intorno volti segnati,immobili,guardano la disfida,lo spettacolo.
Ogni tanto una porta si apre e l'aria stantia si muove,lenta,per non disturbare.
Un sette,un nove,un fante,una dama porta via tutto.
Le ballerine continuano a volteggiare sul palco,
talvolta sospinte da un moto di rabbia di una vecchia mano
e si immobilizzano,stupite,incerte,spazzate via.
La porta si apre e il crocchio si allarga.
Commenti sommessi come nenie accompagnano la danza,la lotta.
Un sette,una dama,un re,un asso porta via tutto.
E' finito lo spettacolo,la tenzone.
Il trofeo troneggia al centro del palco,del campo d'armi,verde,di formica.
Tutti ridono.Le danzatrici dimenticate in un canto.
Ancora la porta e il crocchio si apre.
Una donna,un grembiule intorno ad un'immensa vita,raccoglie l'eroe.
Barcollano,dondolano lenti.
Lui pregno del trofeo,lei satura della vita.
Arriveranno a casa,dondolando,lenti.

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