Tondi lustri di sole,ardesia come titanio.Aspetto fiammelle tra i sassi e dondolo nelle scarpe bianche,larghe.
Un arco,una passiflora beffarda con gli occhi neri e le ciglia gialle,disegni di muschio,verde passatoia.
La scala,gradini bassi,colpi di scalpello sotto le scarpe bianche,larghe.
Una riga grigia sul muro,meticolosa,pedante divide il sopra,il sotto,opaco,lucido ma celeste.
Un non rumore mi accoglie,mi stringe le mani,mi bacia sul viso.
I tarli si affacciano dalle porte.Una maniglia monca,ha lasciato aperto un gioco di doghe vicine,
calde,dorate,vicine.Ogni doga un salto,destra,sinistra,con le scarpe bianche,larghe.
Ocra,indaco,oro,i libri girati di spalle.
Trama e ordito,ordito e trama,rosso e blu:si spezza il gioco di doghe.
I quadrati di una finestra inventano un gioco nuovo sul rosso e sul blu.
Un'ombra informe sui salti,sul rosso,sul blu,un lieve respiro,un cenno,un mondo lontano.
Vado in cerca del paese dove nascono i sogni.
Senza scarpe.
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